Allarme frane in Val Gandino Servono 2 milioni

Già in passato smottamenti dal Farno e dalla Valle Piana. Primi interventi a Fontanei

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Data pubblicazione: 

31/05/2016
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Il masso finito mercoledì contro la recinzione di una casa a Barzizza
Le reti paramassi posizionate lungo la strada di Valpiana
Lo smottamento sulla strada tra Barzizza e Cazzano, nel 2013

Un piano di intervento valutabile in oltre due milioni di euro ma è solo l’inizio.
Il tema del dissesto idrogeologico è all’ordine del giorno a Gandino, dove negli ultimi anni si sono verificati alcuni episodi allarmanti che denotano un quadro complessivo su cui il Comune, guidato dal sindaco Elio Castelli, sta lavorando alacremente, pur con le ormai croniche difficoltà di bilancio degli enti locali. «Gandino – conferma Castelli – è dominata dai versanti montuosi del Farno da un lato e della Valle Piana dall’altro. Per entrambe le zone l’analisi geologica del Pgt (Piano di governo del territorio), redatta poco più di tre anni fa, evidenzia criticità particolari che hanno trovato conferme anche in episodi fortunatamente non tragici. Nel recente passato, nella zona di Barzizza si sono registrati smottamenti e frane su proprietà private poste nelle propaggini più alte dell’abitato: un segnale di quanto potrebbe verificarsi anche più a monte, dove la vegetazione occulta alla vista fenomeni che intendiamo monitorare compatibilmente ai mezzi a disposizione. Lo stesso discorso vale per l’area a monte degli opifici del Fondovalle, che attraverso la strada carrabile sale verso Fontanei e l’area di Valpiana e da qui sino al rifugio Maga Lunga, nel territorio del comune di Sovere ».
Proprio lungo a strada che sale a Valpiana (circa sette chilometri di tortuoso percorso) si sono concentrate nel recente passato le attenzioni del Comune, dopo che ripetute cadute di detriti hanno interessato la strada. «La causa– si legge nella relazione redatta dal geologo Sergio Ghilardi dello Studio Gea – va ricercata nell’elevata fessurazione delle rocce, sia per l’intensa carsificazione sia per la presenza di lineamenti tettonici; inoltre sono presenti diverse intrusioni porfiritiche che contribuiscono a rendere più debole l’incassante sedimentario, peggiorando l’ammasso e favorendone la disgregazione ». Il piano da subito evidenziava la necessità di provvedere a studi specifici, legati alle opere di difesa (reti paramassi, ma non solo).
«Lo studio redatto da Studio Gea nell’autunno 2015 – conferma il sindaco – ipotizza interventi per oltre 2.250.000 euro, segnalando metro per metro le opere da realizzare. Rappresentano in tutta evidenza un investimento fuori dalla nostra portata. Abbiamo, comunque, da subito avviato le pratiche per un intervento urgente, con fondi del bilancio comunale per circa 25 mila euro, nell’area a monte della località Fontanei, ma anche predisposto un progetto per 500 mila euro già sottoposto a Regione Lombardia. Tutto questo senza calcolare quanto dovremo predisporre anche per le altre aree del territorio, a cominciare dalle pendici del Farno, con fenomeni che lo studio geologico classifica come più modesti e meno frequenti rispetto a Valpiana».
Per comprendere l’elevato rischio di dissesto in Val Gandino è interessante consultare la ricerca realizzata da Mario Govi e Giovanni Mortara nel 1981, nel bollettino dell’Associazione mineraria subalpina. In esso si ricorda, per esempio, la frana del 12 giugno 1937 che a Casnigo ostruì l’alveo del Serio, uccise due persone e creò un invaso provvisorio per oltre un chilometro. Episodi rilevanti anche nel 1939 e nel 1956, così come il 17 settembre 1963, quando sulla Val Gandino caddero 40 millimetri di pioggia in poco più di due ore e si verificarono circa 40 frane per chilometro quadrato. Gravi danni subì Gandino ma anche Leffe, dove le frane furono oltre 60. «Troppi ritengono – conclude il sindaco – che la sicurezza dell’accesso ai monti si risolva con la pulizia dalla neve e il rifacimento degli asfalti. Bisogna lavorare in un’ottica più ampia e per questo gli stanziamenti degli enti superiori sono certamente una priorità».

Decine di smottamenti, a Barzizza masso in villetta
Episodi che, fortunatamente, non hanno arrecato danni alle persone, ma hanno acceso ancor di più la spia d’allarme per il dissesto idrogeologico in Val Gandino. Sono stati diversi negli ultimi anni gli smottamenti di proporzioni più o meno estese che hanno interessato il territorio di Gandino. Nonostante in alcuni casi le problematiche si siano verificate sulle proprietà di privati (chiamati per questo a intervenire per la messa in sicurezza e le opere di bonifica), il quadro che si delinea conferma le preoccupazioni del Comune, che lo scorso novembre ha approvato l’aggiornamento del Piano di emergenza comunale e che sul tema sta lavorando con attenzione.
L’11 gennaio 2011 una massa di roccia (stimabile in 30 metri cubi di roccia e 600 quintali di peso) si era staccata nella zona della chiesa di San Lorenzo a Barzizza, obbligando il Comune a vietare il transito sulla strada sottostante per oltre due mesi, con disagi non indifferenti per i residenti a monte. Nell’aprile 2012 alcuni grossi massi si erano staccati invece lungo il versante alla destra orografica della strada di Fondovalle, ove convergono i confini dei comuni di Gandino, Peia e Leffe, precipitando nel Romna. Colpita anche la condotta in cemento denominata «Morina », derivazione in concessione destinata ad un vicino stabilimento.
Nel marzo 2013 a essere invaso da massi e detriti era stato il successivo tratto che dall’antico eremo di Pot sopra Barzizza (San Lorenzo) scende verso Cazzano, appena oltre una zona residenziale di recente costruzione. Anche qui chiusura e successiva messa in sicurezza. Il 7 febbraio di quest’anno (inevitabilmente in un giorno di forte pioggia) è toccato alla strada che sale verso Valpiana e la Malga Lunga, con grossi massi caduti sulla carreggiata poi rimossi con mezzi di fortuna da alcuni proprietari di seconde case per garantire il transito provvisorio in attesa delle verifiche. Il Comune aveva emanato per questo un’ordinanza di chiusura al traffico notturna. Ultimo episodio in ordine di tempo quello del 25 maggio scorso nell’area di via Pino di Sopra a Barzizza. Un enorme masso, del peso di alcune decine di quintali, si è staccato da un’area privata, travolgendone recinzione e cancello, finendo per appoggiarsi fortunatamente alla recinzione e ad alcune piante di una villetta sottostante, di proprietà di un agente della polizia locale di Gandino.

Autore: 

Giambattista Gherardi

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