Alla scoperta del Loverini sconosciuto

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27/01/2004
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E' un Loverini inedito e sconosciuto quello svelato da Antonia Abbatista Finocchiaro nella conferenza tenuta nei giorni scorsi a Gandino - nella nuova sala del palazzo del Vicario - nell'ambito delle celebrazioni loveriniane, dedicate al grande maestro della pittura gandinese. Tra gli ospiti il maestro Trento Longaretti e il pittore Ernesto Coter.
La serata, introdotta dal sindaco Gustavo Maccari ha consentito di alzare il velo sulla produzione di Ponziano Loverini poco o punto nota al pubblico e ai critici, di cui si ignorava l'esistenza: 65 opere inedite di cui esistevano riproduzioni in bianco e nero o erano solo citate dagli studiosi e che solo recentemente sono venute alla luce grazie alla disponibilità di collezionisti privati, fornendo nuovi elementi e dati utili ad una rivisitazione critica dell'artista. La relatrice, coadiuvata da una équipe di lavoro (Nives Gritti per la ritrattistica, Silvia Carminati per gli affreschi, Angelo Giorgi per la produzione bresciana) ha illustrato i dipinti che in un anno di ricerca è stato possibile ritrovare e individuare in sedi diverse. Sullo schermo sono state proiettate le riproduzioni di autoritratti, paesaggi, pale d'altare, architetture, bozzetti, affreschi ornamentali: opere di carattere religioso e profano conservate in palazzi nobiliari, edifici pubblici, case e chiese in gran parte della bergamasca e del bresciano. Tre i pezzi più pregiati: «La giovane Italia» o l'Aurora di Casa Caprotti a Bergamo, le due tele a soggetto melodrammatico «La Favorita» e «Il Rigoletto», gli affreschi realizzati per il Sacro Monte di Crea (Alessandria), «L'allegoria della musica» dipinta sul soffitto conservato a Breno (Brescia), gli affreschi del Famedio del Cimitero di Bergamo.
Opere «riscoperte» dalle quali traspaiono i temi del dolore, del lavoro, della famiglia, della patria e delle tradizioni locali. La rassegna si è conclusa con due opere acquisite recentemente dall'amministrazione provinciale: la «Vergine sul campo di battaglia» e il «Corteo di propiziazione delle vergini» dipinte dal pittore gandinese nel 1917 e descritte minuziosamente dal professor Ferdinando Noris.

Autore: 

F.I.

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